Zizò
Le forbici hanno messo le gambe e stanno giungendo a tagliuzzarmi la mia rete.
Io urlo loro:
-Nooo! Cosa diavolo state facendo alle mia rete meschinetta!?
-Noi siamo le forbici, veniamo dal nord, noi siamo il ghiaccio freddo del polo,
Siamo venute a sollevarti dal tuo ruolo.
Noi tagliamo la tua rete, perché è di confini la nostra sete.
Resta fermo nel tuo centro, per un attimo ti sentirai spento
Poi la brezza si farà vento, non sarà merito di un talento
Se vedrai tra questi arbusti, il futuro in grossi fusti,
Se comportamenti giusti, verranno esplosi tra i vari gusti
E le scoprirai come centro dei due capi che si dan contro.-
-Forbici forbici!
Voi parlate bene, verrete pure dal nord, il vostro sciame metallico sta calando su questo bosco come una nube di grandine d'argento, ma vi ho già viste! Passate su di un terreno già alla vostra dottrina devoto, non c'è più nulla da tagliare. -
È stato facile ingannare le forbici che non han occhi, perché io mi muovevo, avanti e indietro per questi fili del mio ventre.
Mi svuoterò per farvi vedere un disegno illuminato solo al mattino, forse un giorno (e questo forse è una gentile eredità della nuvola di foglie.
Ricordo con nostalgia i tempi in cui ancora tremavamo al pensiero delle cavallette.