Moscerini

Un rifugio per pensieri volanti

Bozze e Inediti

In questa sezione sono raccolti scritti inediti, bozze non pubblicate e scambi letterari dai commenti del blog originale.

Scambi Letterari dai Commenti

Sui segni lasciati agli alberi

25 Aprile 2006 - Commento di gurghet sul post "25 aprile"

Tutti vogliono lasciare il proprio segno. Anche io mentre scrivo sto lasciando una miriade di segni che si muovono nei vostri occhi e ballano nella vostra lettura. Ma ci sono segni che detesto, sono quelli che si lasciano con il coltellino sugli alberi! Non riuscite a trovare un modo migliore per dire alla vostra amata che volete passare la vita con lei? Dovete per forza sacrificare la linfa vitale di un nostro amico albero? Non sentite il dolore e l'odio che si riversano su di voi mentre scorticate il polmone della terra, privandolo di tutto quello che ha? La sua corteccia?

Vi ha forse chiesto un prestito che non ha mai colmato? Vi ha forse rubato la ragazza? No, perché se è un vostro rivale i casi sono due: o la tipa è una fervente ambientalista, oppure siete davvero degli sfigati.

Non abbiate paura di ammetterlo. Siete dei senza scrupoli insensibili che per comunicare usano le armi, non sapete fare altro, vili stupratori di vagine arboree. Voi mendicanti di dignità, assassini di arte naturale, fattori di misfatti arbustici. La parola è qualcosa che non sapete padroneggiare abbastanza, dal momento che viene sostituita da un coltello.

Non potevate farle un regalo? Magari una matita! È sempre fatta di legno, no? Magari un milione di risme di fogli di carta. Un miliardo di litri di caucciù. Ma perché andarsela a prendere con gli unici amici che ci danno vita e non chiedono nulla in cambio?

Ci danno vita, voi restituite distruzione, e supplite alla vostra carenza di amore incidendo sul loro corpo, e sulla loro anima!

Qui faccio un appello, non lasciate segni sugli alberi, lasciateli su Berlusconi o Prodi piuttosto!

Risposta dell'autore:

Ma come fai a non capire quale emozione da lasciare il proprio segno sulla vita?

L'albero è vita e marcarla fa sentire la forza di superiorità che l'uomo si è sempre arrogato, come puoi odiare chi fa una cosa simile, la voglia la possediamo in tanti nel sangue senza che neanche ce ne accorgiamo, siamo le peggiori bestie, e godiamo terribilmente, ma di nascosto, della nostra bestialità.

Io non sto giustificando nulla. Non è che esulto per essere nata essere umano, ma la sono.

La corteccia di un albero soffre, ma l'albero non muore, non so se poi si accorge di essere sfigurato o meno.

La cosa tremenda è che l'uomo non si accontenta di lasciare la firma sulle corteccie, molto più spesso la lascia sulla pelle o sulla carne, di animali, sì, ma di uomini soprattutto.

Sulla vita dei ragni

28 Aprile 2006 - Scambio sul post "Unutile"

gurghet: ma se sei un ragno ti rimane ancora poco da vivere no?

Risposta dell'autore:

Vuoi forse apparire più intelligente di quello che non sei?

Mi sorge il dubbio perché non tutti sanno che effettivamente noi ragni sciogliamo celermente la nostra vita, infatti la maggior parte del tempo la passiamo a rinascere.

Sugli interruttori della vita

29 Maggio 2006 - Commento di Simone sul post "Smaltimento"

Un interruttore. Ecco, da poco mi sento come un interruttore. Essere o non essere. 1 o 0.

Come se a tutta la gamma di emozioni che mi guizzano dentro io possa, con la mia coscienza, apporre due bandierine. Ma quali bandierine?! E poi voglio sapere cosa siamo noi davvero. Interruttori? Un piccolissimo meccanismo di plastica inserito in un circuito con l'incredibile potenza di stabilire se passa corrente o no.

Mi sembra la definizione di potere, nel caso in cui il nostro interruttore, invece che essere singolo, si allarghi e prenda possesso di tutto il circuito.

E qui però i concetti si confondono: in una semplice lampadina, l'interruttore lo comando io, non c'è dubbio. Ma se cambio scala di ingrandimento?

Eccolo che il paradosso è servito... Dove finisco io e comincia il circuito?

Forse la questione è decidere da che parte stare.