Sui segni lasciati agli alberi
Tutti vogliono lasciare il proprio segno. Anche io mentre scrivo sto lasciando una miriade di segni che si muovono nei vostri occhi e ballano nella vostra lettura. Ma ci sono segni che detesto, sono quelli che si lasciano con il coltellino sugli alberi! Non riuscite a trovare un modo migliore per dire alla vostra amata che volete passare la vita con lei? Dovete per forza sacrificare la linfa vitale di un nostro amico albero? Non sentite il dolore e l'odio che si riversano su di voi mentre scorticate il polmone della terra, privandolo di tutto quello che ha? La sua corteccia?
Vi ha forse chiesto un prestito che non ha mai colmato? Vi ha forse rubato la ragazza? No, perché se è un vostro rivale i casi sono due: o la tipa è una fervente ambientalista, oppure siete davvero degli sfigati.
Non abbiate paura di ammetterlo. Siete dei senza scrupoli insensibili che per comunicare usano le armi, non sapete fare altro, vili stupratori di vagine arboree. Voi mendicanti di dignità, assassini di arte naturale, fattori di misfatti arbustici. La parola è qualcosa che non sapete padroneggiare abbastanza, dal momento che viene sostituita da un coltello.
Non potevate farle un regalo? Magari una matita! È sempre fatta di legno, no? Magari un milione di risme di fogli di carta. Un miliardo di litri di caucciù. Ma perché andarsela a prendere con gli unici amici che ci danno vita e non chiedono nulla in cambio?
Ci danno vita, voi restituite distruzione, e supplite alla vostra carenza di amore incidendo sul loro corpo, e sulla loro anima!
Qui faccio un appello, non lasciate segni sugli alberi, lasciateli su Berlusconi o Prodi piuttosto!