Gamiro 7 e 8
Gamiro 7
La meta del vecchio era una vecchia edicola che aveva perso tutto l'antiruggine verde ed era rimasta rossiccia, con qualche brandello di carta appiccicato e sporco, come una vecchia moglie attaccata ad un uomo che mai gli era apparso decente.
Era chiusa, non tanto perché fosse sera, piuttosto perché ormai era chiusa da parecchi anni, era fallita perché in zona nessuno leggeva i giornali, bastavano le voci.
La porticina del retro però era socchiusa e dentro c'era luce.
Il Vecchio aprì la porta e fece segno a Gamiro di passare prima.
L'edicola era più grossa di quanto non avesse creduto guardandola da fuori ed era anche ben illuminata, lo spazio della stanza era ottogonale, ma, perbacco, appariva davvero enorme!
Accostato ad una delle otto pareti stava un letto, non era né singolo né a una piazza e mezzo, era solo un po' sfondato, lo si capiva anche se era ricoperto da tante coperte e cuscini.
Sulla parete seguente stava una gabbia alta quanto un uomo, finissima nelle sue trame color rame.
Gamiro osservò dentro alla gabbia ma non vide né uccelli né animali, c'era solo una piantina mezza secca sul fondo ricoperto di terriccio.
La terza parete ospitava una scaffalatura piena di sveglie e di candele, la quarta era stata scelta per l'attaccapanni, un attaccapanni pieno di appendini, vi erano 10 listelli di legno uno sotto l'altro, ogni uno con 5 appendini, qualcuno con 6.
Gamiro si chiese a cosa potessero servire così tanti appendini in una dimora così minuta.
La quinta era vuota, colorata di rosso, con dei fiorellini neri in alto a disegnare un arco.
La sesta aveva la porta ed in alto sette campanelle ognuna con un filo diverso.
La settima si incavava sino a formare un forno e sotto stava la legna, l'ottava era coperta da una tela a strisce.
-Ma non c'è nessuno-
-Fordimio è al piano di sopra.-
-Al piano di sopra?, le edicole non hanno un piano di sopra!-
-Questa sì-
-Fordimioooooo!!!!-
-Hui Vecchio! Arrivo-
La voce arrivava da sotto e precisamente dalla parete ricoperta dalla tenda.
Infatti poco dopo una mano scostò la tenda e rivelò una scala che scendeva giù, gamiro pensò al sottoterra, pensò alla cantina di suo nonno e tutte le volte che, colla scusa di andarlo a ripescare lì sotto perché s'era addormentato ubriaco, si faceva un goccetto anche lui, nella buona aria umida.
Fordimio era un vecchio anche lui e aveva la barba solo da un lato, l'altro lato era liscio liscio, i baffi invece facevano il contrario, erano ben lisciati sul lato destro, dove non c'era barba e rasati sul sinistro.
Gamiro lo trovò antiestetico ed esagerato.
-Come stai Vecchio?!-
Era tutto affannato e sorridente come qualcuno che ha appena scoperto qualcosa.
-Tu piuttosto come stai!?-
-Basta con le ciance amico! Io sto sempre benone soprattutto oggi che ho visto una balena correre verso la crusca per diventare un delfino-
I due si fecero una sana risata alla quale Gamiro non riuscì a far compagnia.
Annoiandosi si avvicinò al letto per sedersi un po' e pensare alla Signorina sino a quando le cose non si sarebbero fatte più interessanti.
-Na! Non ti sedere- Si rivolse a Gamiro severo Fordimio.- Lì sotto c'è la mia gattina che sta dormendo-
-La tua gattina?-
-La posso vedere?-
-Ah! Certo vecchio marpione d'un giovinetto!-
-Marpione?-
Alzando le coperte Gamiro scoprì lento lento il corpo di una donna di 50 centimetri, non era nana, era tutta proporzionata ma era di 50 centimetri.
Gamiro si scostò stupefatto mentre quella infreddolita si svegliava e svegliandosi stiracchiava le sue gambotte morbide e chiare come un lenzuolo liso liso.
Era tutta nuda, e i lunghi capelli ricci e neri le disegnavano sul petto melodie circolari, paffutella e con due grandi occhi verdi color penicillina.
-Ciao tesoro- le fece Fordimio.
-Miaooooo!- Rispose lei accennando un sorriso assonnato.
Gamiro non si poteva muovere, aveva paura di far del male a quella creatura se si muoveva e per questo era bloccato.
-Ma che razza di cosa è ?!- Riuscì a dire dopo qualche secondo
-È Bobina, non aver paura- Al che il Vecchio fece il suo solito sorrisetto divertito.
La gattina piccolina intanto stava uscendo dal letto ancora tutta rotta e si avviò verso il fornello, dove si arrampicò e mise un po' di latte a scaldare.
-Come fa ad essere così piccola?- chiese Gamiro
-È così che deve essere- disse il Vecchio.
Gamiro 8
-Cosa fa quello?-chiese Gamiro
-scopre le definizioni- rispose Fordimio – Venite venite su-
Discesero un'altra rampa di scale e si ritrovarono in una saletta a 16 facce, tutta vuota e ricamata con reti di metallo leggermente staccate dal muro.
-Ascensore-
La stanza si mosse e la salita durò un bel po'.
Gamiro:- Saremo quasi al centro della terra-
Fordimio- Siamo quasi alle nuvole-
Gamiro si aspettava , uscendo di vedere qualcosa di straordinario, invece si ritrovò in un salotto grigio, con una vecchia tappezzeria a fiori e strisce tutta ingiallita e cascante.
-Bene finalmente tranquilli possiamo parlare ragazzo-fece Fordimio- Ho sentito che vorresti interferire nella vita di una famiglia assurda perché secondo te mancherebbe un piccolissimo particolare per far tornare tutto alla normalità, vè?-
-Sì, all'incirca è così-
-Bene, io ho il modo di fartelo fare ma è un po' pericoloso, nel senso che potresti uscirne matto-
-Detto da lei fa ancora più timore, vorrei capire cosa è un matto per lei-
-Non sei qui per me. Facciamo il punto.
Io ti dovrei dare una cera tisana e tu dovresti poi concentrarti attentamente sulla mia voce, sdraiato sul letto che ho di là-
-E chi mi dice che non mi farai del male-
-Nessuno-
-Chiamalo!-
-Bene, dunque dicevo, dovrai respirare come ti dirò con costanza, ad un dato punto sentirai tanta luce-
-Vedrò-
-Sentirai, sarà al culmine della luce che dovrai scegliere la persona in cui entrare, va bene?-
-Eu! Meglio di così non si può-
-Bobina! Vammi a prendere le ciabatte!-
La gattina portò le ciabatte al suo padrone sorridendo mollemente, morbida morbida.
Fordimio andò ai fornelli e mise a scaldare dell'acqua, poi da due vasetti differenti spolverò sostanze verdi e gialle nel pentolino, girò col cucchiaio, aspetto che bollisse e dunque lo servì a Gamiro che lo beve tutto d'un fiato dato che ormai lì c'era, era inutile fare tutte le scenette di titubanza, se non voleva buttarsi in questo sporco affare non lo avrebbe detto al Vecchio quel sì un po' putrefatto. Dunque si sdraiò sul letto preparatogli e cominciò a respirare piano e forte a seconda di cosa Fordimio gli dicesse.
Dopo 30 minuti cominciò a vedere più chiaro nel buio dei suoi occhi, vide una rete svilupparsi nel buio, allontanarsi e divenire un filo, ora lui stava seguendo il filo, sentì la casa ottagonale luminosa attorno a sé e poi l'edicola e poi sentì tutto come fosse un punto e pensò a Portato.
Zup! Apre gli occhi ed è a casa sua, a casa di Portato, tra le lenzuola da ospedale.
Si alza stupito e stordito e va a guardare alla finestra, buio, già era sera tardi ormai, il momento giusto per attuare il suo piano.
Si spogliò davanti allo specchio, doveva conoscere il corpo del suo ospite, vabbè non era un gran chè, un po' magrolino và, ma poteva andare.
Mentre era intento ad analisi più approfondite sentì qualcosa muoverglisi in testa, e sbadigliare.
Portato allora non era fuori di sé, era ancora in sé, come avrebbe fatto adesso Gamiro a fare ciò che voleva se qualcuno lo disturbava?, è vero, lui aveva ormai in possesso il corpo del suo ospite ma avere una voce in testa non è piacevole manco per uno che si impossessa dei corpi così per divertimento.
-Cosa sta succedendo-
fece la voce
Gamiro zitto
-Non ci vedo non ci vedo!-
-Ramigia!Ramigia-
Cominciava ad urlare e a Gamiro saltavano i nervi.- Stai zitto adesso, sto facendo tutto questo per te capito?-
-Chi sei , ommmammamia!Chi cavolo sei!? Cosa sta succedendo!?-
-Ti sto aiutando-
-Aiutando?!- Portato stava iniziando ad istericare, (come biasimarlo ?)- Mi stai aiutando a far cosa precisamente!? Porca miseria non ci vedo nulla cosa succede!??Ahhhhhhhhhhhhhhh!!!Chi sei cosa vuoi!?Oddio, svengo!-
-Ma cosa dici non puoi svenire!non sei nel tuo copro sei solo nella tua mente-
Ma la voce di Portato non c'era più, tanto meglio.
Gamiro cercò la cucina , la trovò e riuscì a farsi un caffè, si mangiò pure due fette di salame, buonissime, andò in bagno, si lavò i denti e poi cercò la stanza di Ramigia.
Ma sentì dei passi in corridoio.
-Chi è sveglio
-Sono io- Fece una voce anziana
-Ah….papà-
-Ma quale papà su Gamiro sono io!-
-TU!?-
-Il vecchio!-
- E cosa ci fai anche tu qui?-
-Boh, volevo provare , è da tanto che non lo faccio più-
-Ma quale è la tua missione qui?-
-Guardare-
-Se vuoi del caffè è in cucina-
-Grazie-
Gamiro aprì una porta , era della madre di lei, dormiva tranquilla che pareva una bambina con quei riflessi bianchi addosso.
Ne aprì un'altra e trovò finalmente Ramigia.
-Ora devo fare il bello- pensò sogghignando tra sé
Si avvicinò al letto di lei e proprio in quel momento sentì qualcosa muoverglisi di nuovo nel cervello.
-Ora stai a posto capito?, e zitto, sennò mi butto dalla finestra e t'ammazzo-
Portato non rispose, batteva i denti.
Ma sua moglie sì che si sveglio, e sussultò.
-Portato! Checcifai qui!?-
-Calma bella- Fece con la voce più profonda e, secondo lui ridicola, che Portato avesse- Sono venuto a controllare che tutto filasse liscio, a vedere se dormivi bene.
Infatti dormivi come una pianta all'ombra, bellissima, come sempre-
Ramigia attonita non disse una parola, le tremavano un po' le labbra, ma per il resto Gamirò fece filare tutto liscio per il resto della notte.
Ogni tanto Portato si scandalizzava per ciò che faceva fare al suo corpo, ma Gamiro lo minacciava.
Ramigia tutte le volte credeva che stesse minacciando lei, ma per gioco e lo trovava terribilmente piacevole.
Alle 4 del mattino Gamiro, ovvero Portato si alzò dal letto e Ramigia dormiva.
Cercò il Vecchio e lo trovò a fissare la madre di lei!.
-Ma cosa stai facendo?!-
-Non è bellina per essere anziana?-
-Boh, non me ne intendo io di anziani-
-Come facciamo ad andarcene adesso?-
-Hai già fatto tutto?-
-Sì-
-Ora ci aspettano tre giorni di transito, lo sai?-
-No! Che tizi che siete! Non me lo avete detto e io avevo un appuntamento per domani capito!? Un appuntamento!-
-Vabbè-
Note del curatore
Scavando negli strati più profondi del database, dove le tabelle si fanno labirintiche come edicole a sedici facce, ho scoperto questo frammento nascosto in una cavità del codice. Come un archeologo che trova una stanza segreta dietro una tela a strisce, ho dovuto discendere query dopo query, attraverso ascensori di JOIN e scale di SELECT, fino a raggiungere il vuoto centrale dove questo racconto attendeva. Il recupero è stato particolarmente delicato: ogni carattere estratto rischiava di svanire nel nulla, come Portato che perde il controllo del proprio corpo nel vuoto della sua mente.