Moscerini

Un rifugio per pensieri volanti

Un giorno

Moschini voglio dedicare questo giorno alle notti, alle notti insonni, alle notti da sogno e non tra i sogni.

Alle notti interminabili dove la gente che veglia può usare la luna come lampadina e può scordarsi di spegnerla.

Alle notti in cui non ci ricordiamo di chiudere le tapparelle prima di buttarci sotto le coperte.

Alle persone che almeno una volta non hanno sentito il bisogno di sentirsi protette.

Passerei una notte a stendere il bucato dalla finestra su un filo infinito che va nell'infinito mare, con tutta la platea dietro a me a guardare il movimento dei miei gomiti in ammirazione, a sognare il punto in cui attaccherò le mollette sulla mia maglietta per averle più a portata di mano.

Con sette valletti che vadano ad elemosinare mollette a tutta la città e tutte le lavandaie a suonarmi alla porta per lasciarmi il loro cesto di biancheria lavata.

Perché ormai non serve manco più il profumo o il deodorante! Basta il sapone della lavatrice! Ci devono essere mamme che mettono più chili di sapone che chili di vestiti, perché io sento gente che, a quanto dice la pubblicità, profuma di alte montagne innevate, di sole solare, di fiori di primavera (tutti?), di pulito bianco, di bosco ventoso e chi più ne aha più ne metta, non ho più bisogno di andare in vacanza, il bucato mi regala le stesse sensazioni!

Gamiretto.

Gamiro 5

Non fu difficile farsi amico del meccanico accanto al supermercato, beveva veloce e sapeva ridere sguaiatamente senza essere troppo volgare.

Gamiro andava al mattino dalle spazzature, tranne il martedì, il giovedì e il sabato, quando puliva i gabinetti del bar, della merceria e della lavanderia.

Grazie all'aiuto del meccanico, al quale offriva una birra ogni sera, aveva costruito un intelaiatura tubolare dove aveva inserito quattro pedaliere e due dinamo, ora gli servivano altre sette dinamo, a suo dire le avrebbe trovate di lì ad un mese. Il meccanico si faceva le sue risate e gli raccontava le magagne famigliari.

Gamiro sapeva se sua moglie si era rasata le gambe il giorno prima o se a svegliarlo erano state proprio le scintille per lo sfregamento delle loro villose gambe.

Gamiro se lo figurava a farsi la barba al mercoledì, quando si svegliava prima.

Non abitava lontano e una volta invitò Gamiro a mangiare da lui.

Sua moglie aveva cucinato una pastasciutta con il sugo e la pancetta che a Gamiro piacque molto, assieme ai coniugi viveva la sorella di lei, Campatia, era brutta ma spigliata, Gamiro la trovò molto simpatica e non provava fastidio ad essere mangiato vivo dai suoi occhi perché lei scherzava apertamente su di lui e con lui.

Inoltre non accennava a unire atti alle parole e per questo la ebbe in grazia ancora di più.

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