Sapulei
Forse non tutti sanno chi è Sapulei.
Sapulei frequenta i teatri, le piacciono i tappeti rossi stesi sulle scale e tenuti saldi al gradino da una sottile assicella dorata.
Avrebbe voluto inventarsela lei quella benedetta assicella.
Saliva le scale con lentezza per godere ad ogni passo il sottile strato moquettoso. Non andava spesso al teatro perché costava caro ma proprio quando per molto tempo non era riuscita a comprarsi un biglietto che godeva con più tranquillità il suo segreto amore.
Rosso, tappeto rosso.
Non le importava più dei tappeti persiani sparsi per le case delle amiche di suo fratello, pieni di ghirigori bruni e azzurri, non le importava dei tappeti da bagno tutti umidi e pieni di peli e neppure dei tappetini da porta con scritto welcome in nero.
Una volta era scesa dal sedicesimo piano di un palazzo a piedi e aveva guardato tutti i tappetini, più o meno dello stesso colore, ispidi come castagne, i più fantasiosi erano a forma di cane ed, a suo gusto orribili. La sdolcinatezza di quegli occhi inutili, sporchi del sucidume proveniente da chilometri di distanza. Fosse semplicemente stata una sdolcinatezza lesa per il gusto di rovina l'avrebbe accettato, come una bella donna dolce, picchiata.
Non stonava tanto quella donna picchiata col suo tappeto rosso, e non sarebbe neppure stato disarmonico un tappetino con un cane sdolcinato pestato con odio momentaneo.
No quel cane non era lì per quello, quel cane non aveva senso e lo sapeva, per questo dopo tre anni i suoi occhi diventano tristi ma ancora integri, così si gettavano i tappeti: si aspettava che gli occhi fossero mogi mogi.
Quei tappetini non venivano pestati!
Li compravano solo perché tutti avevano il tappetino davanti alla porta, anche lo spacciatore dell'ultimo piano che andava in quella casa solo per combinare scambi convenienti.
Perché nessuno lo avrebbe mai sospettato se avesse avuto il tappetino, tutti conoscevano a grandi linee quale era il suo mestiere, ma solo in virtù del tappetino non veniva detto.
Sapulei odia i tappetini di plastica per fare ginnastica perché le sudavano le natiche quando vi faceva ginnastica.
Sapulei odia i tappetini del mouse e si era rifiutata di comprare un computer a causa di questo piccolo particolare.
Ma il tappeto rosso del teatro quello lo adora, lo adora quanto i farmaci in pastiglie.
Due mesi fa Sapulei ha trovato una farmacia dove fanno il 10 percento di sconto per i farmaci che non hanno bisogno di ricetta. Lei ha comprato degli integratori vitaminici e delle pillole per ammorbidire la pelle, (così stava scritto sulla scatoletta), tre giorni dopo ha comprato un flacone di lievito liofilizzato e uno di strani componenti chimici che aiutano i denti a rinforzarsi, alla fine della settimana aveva collezionato 17 scatole nuove, si era letta tutti i foglietti informativi e ne era rimasta entusiasta, secondo le sue previsioni la sua salute avrebbe fatto un salto di qualità, e la convinzione non le passò, nonostante i miglioramenti non si notassero (anche perché non c'erano evidenti malesseri da sistemare.
Una volta Sapulei è rimasta per tutto il tempo dello spettacolo sdraiata sul tappeto rosso delle scale, con solo la testa al di là della tenda. Le è piaciuto molto
Nota del curatore: Dissotterrato da una query dimenticata come un mosaico bizantino sepolto sotto secoli di detriti digitali. Il tappeto rosso di Sapulei si srotola attraverso le righe del database come gli antichi percorsi cerimoniali di Pompei - ogni passo registrato in un campo DATETIME, ogni farmaco catalogato come offerte votive in un tempio tecnologico dove le pillole sostituiscono gli ex-voto.